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LO STATO CONTEMPLATIVO

Nell’estate del 1956, uscito il primo volume della sua opera, ebbe iniziò il progressivo e misterioso allontanamento psichico di Maria Valtorta. Con il passare del tempo divenne inoperosa, abbandonata ad una dolce apatia, in uno stato contemplativo. Per un certo periodo riprese a scrivere, ma solo per riempire santini e foglietti di carta con la giaculatoria “Gesù io confido in te”, ripetuta infinite volte con scrittura minuta. Non dialogava più, ma ripeteva le ultime parole delle frasi che le venivano rivolte, e ogni tanto esclamava: “Che sole che c’è qui!”. In due o tre occasioni, come tornando in sé per un istante, rispose con parole lapidarie e sensate a domande cruciali. Nel suo viso non si spense mai la vivezza dello sguardo e non fu mai alterata la serenità dell’espressione.